Intelligenza artificiale (o intelligenza del computer) è un termine usato nel campo della cibernetica e discipline collegate, per descrivere gli hardware e software del computer abbastanza sofisticati da ragionare indipendentemente e giungere a conclusioni proprie.
È dai tempi di Pinocchio, che la letteratura cerca di delineare una forma soggettiva autonoma, creata dall’uomo, che abbia una coscienza indipendente da quella del proprio creatore.
Ma se si vuole prendere a paradigma un’opera intellettuale, per definire la parabola di considerazione dell’Intelligenza Artificiale rispetto al comune sentire degli uomini, è interessante esaminare quello che è accaduto negli sviluppi ultradecennali della saga di Star Trek.
Star Trek ha avuto inizio nel 1966 con una serie televisiva omonima ideata da Gene Roddenberry, divenuta tra le più popolari nella storia della televisione. Dal successo della prima serie sono derivate nel corso di oltre cinquant’anni altre sette serie televisive (di cui tre animate) e tredici pellicole cinematografiche.
Una nuova serie televisiva ha debuttato nel 2017 ed un’altra nel 2020.
Star Trek narra delle vicende degli umani del futuro, appartenenti a una Federazione dei Pianeti Uniti che riunisce sotto un unico governo numerosi popoli di sistemi stellari diversi e delle loro avventure nell’esplorazione del cosmo “alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.”
Nella Serie Classica (anche se un purista storcerebbe il naso, a sentirla chiamare così), l’idea prevalente dell’IA era quella di un computer pericoloso.
C’è un episodio dal titolo ‘La Sfida’ dove la sonda Nomad è convinta di dover sterilizzare l’umanità per rimuovere dal creato un’imperfezione. In quel periodo, negli anni ’60/’70, ci sono molti esempi di computer apocalittici fuori controllo, con lo scopo di conquistare il mondo e fare fuori l’umanità. È uno stereotipo recepito da Terminator che dura ancora ai giorni nostri.
Poi, col passare del tempo, è stato fatto risaltare anche l’altro lato della medaglia: in Star Trek, ‘Next Generation’ è comparso il personaggio di Data.
Prima di Data, la maggior parte dei sistemi dei computer in uso presso la Federazione e simili non sarebbero probabilmente riusciti a qualificarsi; sono molto potenti, ma ciononostante rimangono essenzialmente degli immagazzinatori di dati, dispositivi per la coordinazione e ritrovamento degli stessi. Persino alcuni computer molto avanzati di origine aliena non avrebbero potuto qualificarsi come intelligenza artificiale. Landru governò Beta III per quasi seimila anni, ma Kirk e Spock dedussero la sua vera natura in meno di un giorno.
La questione se le macchine potessero raggiungere l’auto-consapevolezza, o la dimensione emotiva, rimane controversa per lungo tempo (fino a Star Trek ‘Generazioni’).
Fino alla comparsa di Data.
L’androide Data, costruito verso l’inizio del XXIV secolo, può rappresentare un esempio di una vera intelligenza artificiale in senso tecnico e scientifico. Data venne fornito dal suo creatore, Noonien Soong, di un cervello positronico basato su un disegno di connessioni neurali molto avanzato. Alla fine, venne considerato una forma di vita indipendente con diritti e responsabilità come tutti gli altri, qualificandosi appieno quale intelligenza artificiale.
Per giungere, infine, a ‘Calypso’ mini-episodio della serie ‘Star Trek: Short Treks’.
In Calypso, un soldato di nome Craft viene salvato dall’Intelligenza Artificiale di una USS Discovery deserta, che ormai (1000 anni nel futuro) è gestita interamente dal computer di bordo Zora.
Zora si prenderà cura di Craft fino alla sua completa guarigione, lasciando lo spettatore con mille dubbi su questo rapporto complesso che si instaura tra uomo e macchina.
Nel profondo, sembra che anche Zora sappia che l’equipaggio non tornerà mai più, ma lei rimane in un certo senso ‘umana’: si aggrappa agli ultimi ordini ricevuti (mantenere la posizione fino al ritorno dell’equipaggio), che la proteggono dal dover prendere una decisione. Che sarebbe il suo primo e vero pensiero autonomo. E che non ha il coraggio o la maturità di formulare.
Studiano la questione dal punto di vista i Spock, la domanda è: quanto, della natura umana, si regge nell’equilibrio tra emotività e razionalità?
Un dilemma simile viene riproposto a più riprese, nel corso della serie.
Ma Data ha portato il dibattito su un altro livello, e Zora segue un po’ il sentiero segnato da Data: entrambi vogliono sforzarsi di diventare più umani.
Zora ha solo un po’ più di tempo di Data a disposizione per riuscirci.
Sarebbe interessante conoscere già l’esito definitivo di questo percorso, ma la fantastica Odissea contemporanea non è ancora giunta al termine.
Zora potrebbe decidere, un giorno, di disobbedire al suo ordine, e di andare in giro per il cosmo come nave senziente, per conto suo.
Si formerebbe, di fatto, una nuova razza, con la propria cultura e le rivendicazioni di diritti propri.
Sarebbe uno sviluppo decisamente intrigante e stimolante.