“Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini ordinari, ma nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario.”
(Elbert Green Hubbard)
L’allocazione ottimale di funzioni e risorse all’interno di un processo produttivo deve tenere conto delle caratteristiche profondamente disomogenee di automazione e comportamento umano.
L’operaio della seconda rivoluzione industriale era vittima di alienazione a causa delle insicure condizioni di lavoro all’interno di un sistema produttivo in profonda trasformazione; quello della quarta potrebbe esserlo in conseguenza di una mutazione non ottimale nella ridistribuzione dei ruoli.
Per quanto difficile da standardizzare in una struttura generale adattabile a tutte le applicazioni concrete, è possibile identificare quattro accorgimenti per la progettazione dell’automazione industriale, in grado di ridurre l’impatto degli effetti psicologici:
1. Identificazione degli elementi che coinvolgono la vita lavorativa dell’operatore.
Gli elementi dell’automazione coinvolgono la vita lavorativa dell’operatore sotto tre punti di vista: processuale (attività svolte), relazionale (umano-umano e umano-macchina) e funzionale (ruolo nell’ecosistema). Gli interventi di automazione possono quindi essere indirizzati in modo da mantenere un equilibrio tra le tre componenti. Dopo che il sistema è entrato in funzione, l’assetto va aggiornato per eventuali correzioni.
2. Misurazione del lavoro dell’operatore dopo l’automazione.
Un secondo accorgimento consiste nel misurare il lavoro dell’operatore dopo l’automazione, andando a valutarne la diversità, il peso e la connessione con attività svolte da altri esseri umani: questi fattori sono rilevabili anche tramite gli stessi sistemi automatizzati esistenti nell’impianto produttivo.
3. Aumento della componente relazionale del lavoro.
La terza modalità di intervento consiste nell’aumento della componente relazionale del lavoro, con scambi continui di informazioni tra operatori, ed una più semplice interfaccia uomo-macchina.
4. Creazione di meccanismi di engagement.
Infine, la creazione di meccanismi di engagement favorisce la concentrazione dell’operatore riducendo i margini di errori dovuti a disattenzione. Sebbene l’engagement sia comune a tutte le componenti descritte in precedenza, specifici accorgimenti possono essere messi in atto per intervenire per i punti che sono riconosciuti come più critici, quando l’attenzione rischia di calare sotto un livello di soglia.
In sintesi, nella progettazione dei sistemi di automazione, in particolare quelli industriali, è fondamentale tenere in considerazione la possibilità che possano verificarsi esiti imprevisti nel comportamento degli operatori umani, e che queste evenienze siano tali da mettere a rischio i benefici apportati dall’automazione stessa.
Per mantenere alto il livello di engagement e di concentrazione, è quindi necessario:
– allocare intelligentemente le funzioni;
– predisporre sistemi automatici di controllo e correzione degli errori;
– semplificare le correlazioni tra attività umane e sistemi automatizzati.