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Il cuore della filosofia Kaizen (改善)

By Luglio 17, 2020No Comments

Kaizen (改善) è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore).

Nel corso degli ultimi decenni, si è fatto molto nel tentativo di capire la ricetta della crescita economica del Giappone, cercando varie tecniche e soluzioni opinabili, senza riuscire mai però ad assimilare il presupposto fondamentale che dovrebbe imperniare l’approfondimento.

Il tentativo di interpretare in termini occidentali la cultura orientale conduce facilmente verso percorsi fallaci. Ogni ragionamento analitico di stampo cartesiano induce ad applicare spiegazioni di natura razionale, a noi familiari, che giustifichino azioni e situazioni. Non è questo però un approccio adeguato nei confronti di una formazione sostanzialmente differente. Molto di ciò che a noi appare come una condizione statica, costituisce invece un processo dinamico, proprio della tradizione culturale giapponese.

Nella cultura occidentale il miglioramento viene per lo più perseguito con operazioni drastiche di cambiamento, da cui ci si aspetta un immediato ritorno dell’investimento. In Giappone, invece, il miglioramento viene visto come un processo continuo e graduale: il principio del Kaizen.

La base del successo è da ricercare nell’applicazione sistematica e metodica di questo concetto lineare, e di averlo espresso in un eccellente sistema di gestione di impresa.

Per cui alla parola Kaizen è associato il significato più ampio di miglioramento continuo e graduale di un’attività, per creare più valore e meno sprechi; un impegno alla ricerca dell’eccellenza da praticare ogni giorno, attraverso piccoli rinnovamenti nella vita personale, sociale e professionale.

La parola Lean (snello) è il termine occidentale che più spesso viene associato al risultato del processo di applicazione del Kaizen; e ciò rende perfettamente la criticità espressa poc’anzi di tentativo di riadattamento della mentalità orientale agli schemi conosciuti. Troppo spesso, infatti, l’esito positivo del processo di miglioramento viene associato, erroneamente, a concetti come taglio, riduzione, eliminazione.

Il focus primario sarebbe eliminare ciò che è sbagliato, negativo, brutto e quindi fare tutto da capo; ma ciò non ha nulla a che spartire col Kaizen.

Si percepisce, infatti, che la preminenza è riservata al risultato finale, al conseguimento del profitto, al risultato dell’azione (che, in ogni caso, è comunque destinato a sopraggiungere): al contrario, il passaggio rilevante sul quale è opportuno convogliare le azioni è quello del processo di sviluppo, l’attenzione continua ai momenti intermedi e la consapevolezza dei dinamismi proprio lavoro.

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